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Blog perverso e polimorfo, abitato da forme di vita aliene e virulente: siamo portatori insani del virus del pensiero diagonale.

mercoledì 13 marzo 2013

ANGELA RITA LOLLI: DOCENTE UNIVERSITARIA.



A voci dalla Piazza Angela Rita Lolli, tra le altre cose, ci parla di cultura, politica e sindacato. Buon divertimento!

  1. Ciao Angela, parlaci un po' di te, cosa fai nella vita?
    Insegno storia moderna all'Università. Sono appassionata di Letteratura italiana e di Dante in particolare.

  2. Verso la metà degli anni '30 Cesare Pavese divenne direttore della rivista “Cultura”. Oggi se fosse ancora vivo, secondo te, che cosa avrebbe scritto l'autore del “il carcere” a proposito della nostra classe politica?
    Avrebbe detto che ci sarebbe stata una crosta dura da rompere. Oggi è impossibile paragonare la politica, quella vera, ai grandi statisti di una volta, quelli capaci di scrivere un'intera Costituzione.

  3. Secondo te i grandi programmi televisivi di massa come “Amici” e “il grande fratello”, in che maniera hanno inciso sulla cultura e la memoria storica del nostro paese?
    Il verbo mediatico oramai ha sostituito l'antico vocabolario, trascinando le masse, specialmente quelle giovanili, ad un imbarbarimento della parola e della cultura senza precedenti.

  4. Tutte le crisi che hanno attraversato il mondo nel corso dei secoli, sono quasi sempre sfociate in eventi “grandiosi” che hanno portato poi a regimi totalitari. Se trasportiamo questo ragionamento nel campo della cultura, rotocalchi televisivi come quelli sopra citati e che ad ogni puntata tengono inchiodati davanti al televisore milioni di spettatori, sono per te crisi o eventi “grandiosi” che poi porteranno anche per quanto riguarda la cultura a un regime totalitario?
    Io li considero dei fenomeni che all'inizio potevano sembrare rivoluzionari, ma che col tempo si sono dimostrati fallaci, nell'esatto istante in cui il nulla è venuto alla luce. Come per i regimi totalitari senza la massa, ovvero il popolo adorante, anche questi programmi non si sarebbero mai mascherati da eventi grandiosi grazie all'audience. Ma tutto ciò ha determinato una crisi culturale, dominata solo dal sogno irrefrenabile di avere successo, non importa a quale prezzo.

  5. In “scritti corsari” Pasolini parlava della nascita di un nuovo potere completamente sconosciuto anche alla classe politica degli anni '70 e che in breve tempo avrebbe soppiantato ogni cosa. Il potere economico. In un mondo di chiaro stampo neo-liberista come lo è quello di oggi e dove il profitto regna sovrano su tutto, da un punto di vista prettamente pragmatico ha ancora senso discorrere di destra e sinistra? Se si, qual'è questo senso?
    Avrebbe senso parlare di destra e sinistra alla luce di un dialogo proficuo. Ma ciò che sta accadendo oggi non permette più un ragionamento di questo tipo, vuoi per il grande potere oramai concentrato nelle banche, vuoi per un vuoto politico allo sbando.
  1. Visto le gravose condizioni in cui grava il “sistema scolastico”, secondo il tuo punto di vista è ancora possibile nel nostro Paese una rinascita socialdemocratica della cultura?
    La rinascita sarebbe possibile solo con il lavoro da parte di tutti, un lavoro di insieme
    per ritornare a dare respiro ad una cultura boccheggiante da anni, nonostante gli sforzi di pochi eletti. Purtroppo la cultura è uno dei settori fortemente penalizzati da politiche scellerate che hanno soffocato ogni possibilità di rinascita. Senza cambiamento è difficile parlare di cultura.

  2. Pur se con molti problemi e con alcune forti contraddizioni la Cgil negli anni '70 pareva riuscire a rappresentare in maniera adeguata i lavoratori oltre che al tavolo delle contrattazioni anche da un punto di vista culturale. Oggi è sempre così o le cose sono cambiate?
    Le cose sono cambiate, siamo in balìa di un sindacato che sembra essere diventata una lobby interessata esclusivamente al proprio profitto piuttosto che a quello dei lavoratori. Senza un'adeguata guida che riporti il sindacato ai valori di una volta non vedo soluzione.

    8) Secondo le tue esperienze nel campo lavorativo, il sindacato di oggi riesce a rappresentare anche i precari e i disoccupati?
    Pur sforzandosi di farlo, vedo sempre più un sindacato disamorato delle sue stesse iniziative. Non c'è più un collante e chi ci rimette sono proprio precari e disoccupati.

    9) Cos'è per te la Memoria?
    La Memoria è la nostra Storia, il ricordo su cui si fonda ogni esperienza vissuta nel nostro Paese.

    10) E l'Amore?
  3. L'Amore è la Persona. Senza se e senza ma.

    Intervistata da Nick Belanes.

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