"Un giorno rimasi sensa lavoro e preso dallo sconforto iniziai a disegnare.....". Antonio Saputo, pittore, a voci dalla Piazza ci parla di società, arte e sindacato. Buon divertimento!
1)
Ciao Antonio, parlaci un po' di te, cosa fai nella vita?
Sono
un artista visivo, pittore e scultore e comunque ogni altra cosa mi
permetta di esprimermi, vivo di questo.
- A chi t'ispiri nella tua arte e come è nata in te la passione per la pittura e la scultura?
Non
posso con certezza assoluta dire quando mi sono sentito artista, cioè
creatore, ho sempre e da sempre fatto questo, con periodi
altalenanti, con momenti più o meno passionali, ricordo che fui
molto stimolato in prima elementare con una produzione di robot…Mi
sono avvicinato poi all’Arte tradizionale, ai grandi, li ho
conosciuti, sono entrato nei loro dipinti e nelle loro mani, tutti
gli artisti creatori sono nel mio cuore passati e presenti, e lo
saranno quelli futuri, oggi posso affermare che un artista trova
ispirazione in tutto, ogni cosa naturale e no è ispirazione. Ma non
parlerei di ispirazione, spesso è come voler dire che c’è una
forzatura nel creare, una ricerca…Io credo molto nelle visioni, io
ho delle visioni.
- Un ragazzo uscito magari anche da un accademia e che oggi decide di cimentarsi in questo lavoro, a tuo avviso, è agevolato o ostacolato dai meccanismi che regolano la società in cui viviamo?Per quanto riguarda il creare, in effetti siamo così sommersi dalle immagini nel nostro tempo che pare impossibile generare qualcosa di originale, ma credo anche che la nostra mente e anima siano cosi singolari, uniche, che alla fine tutto questo surplus si annienta e si crea semplicemente. Invece la professione di artista se è il caso di definirla tale, è complessa e regolata da un mondo corrotto, l’artista trova la sua dimensione quando è scevro dai meccanismi di premi, concorsi , giudizi di critici e mostre collettive. Certo oggi pare che l’unico modo sia questo, e cosi assistiamo ad una cremazione degli artisti in base a ciò che possono spendere in termini economici o morali per affermarsi e promuoversi. E questo non aiuta né i giovani né i meno giovani .
4)
Se ce ne sono, rispetto ad altri paesi come per esempio l'America o
il nord Europa, quali problemi incontra in Italia un'artista che
vuole vivere della sua arte?
Ho l’impressione frequentando
artisti anche di altre nazioni, che le problematiche siano proprio le
stesse di cui parlavo prima un po’ su tutto il pianeta, e
aggiungerei un fatto culturale diffuso anche quello nel mondo ma in
Italia in modo particolare, non si compra un dipinto perché piace,
perché riempie l’anima, ma perché è di un artista famoso, e
perché quel dipinto segue una valutazione. Oltretutto si fa sempre
fatica a immaginare un lavoro frutto di Arte, e dunque le
legislazioni non sono complete, o lo sono troppo, se da un lato si
legifera oberando di tasse i già magri guadagni, dall’altro si
lasciano lacune di ordine morale, l’Artista visivo non esiste, è
contemplato l’artigianato quello si, ma è una cosa diversa.
5)
In un mondo mutevole e sempre variabile come quello di oggi, le
peculiarità umane di un'artista (generalizzando il concetto) sono
più o meno sollecitate rispetto al passato?
Non credo, la sensibilità di un
uomo è rimasta la stessa, l’attenzione alle problematiche
dell’anima e verso i grandi valori anche. Magari è certamente
cambiato il modo e non si può nascondere l’evoluzione della
società, fortunatamente oggi anche se non abbastanza e molta strada
c’è ancora da fare, non ci si scandalizza ad osservare un dipinto
dove si ritrae per esempio un amore omosessuale.
6)
Quando i critici e la storia fra 300 anni parleranno di un'opera
realizzata nel periodo storico in cui attualmente viviamo (anni '80
ad oggi), sarà a tuo avviso pure solo lontanamente paragonabile a
uno di quei capolavori che appartengono anche ad un recente passato
e che tutti noi conosciamo (Picasso, Murabito, Guttuso, Manzù,
ecc...) ?
E’
una domanda incredibile che mi permette di ribadire un concetto
importante. L’Arte è creazione e null’altro a mio avviso, una
signora ligure che ha un mio dipinto lo lascerà ai figli e loro lo
vedranno come un qualcosa di grande unico geniale che riempie l’anima
e lo vorranno sempre sotto il loro sguardo per usufruire sempre di
quelle emozioni…Poi c’è il mercato, le sponsorizzazioni di cui i
pittori menzionati fanno parte…e credo di si, ci saranno nuovi
artisti che il mondo del marketing farà geni assoluti e che saranno
pari o superiori ai loro predecessori.
7)
Quanto incide la formazione scolastica su un'artista? E' in grado
secondo te la scuola di oggi di far crescere e maturare nei ragazzi
quei sentimenti che poi quando saranno cresciuti potrebbero far la
differenza tra l'essere un'artista o una cosiddetta “persona
normale”?
Nessuna
scuola formerà mai un artista, il cuore, il pathos, la gioia, il
dolore non si insegnano ma si imparano con le esperienze, gli artisti
sono esseri che vivono come tutti, ma si strappano il cuore e lo
rovesciano su un supporto morendo e rinascendo…apro una parentesi
per dire che la tecnica uccide le visioni, un artista dovrebbe
liberarsene.
8)
Si dice un po' per luogo comune che la politica è un arte. Ma arte
e politica possono andare veramente d'accordo? Perché?
La politica nella sua accezione
è un movimento umano nobile, dunque certo che si, che potrebbe
fondersi con l’Arte, ma esiste un problema di fondo, la politica è
anche fusione di una società tra ricco e povero, essa si deve
occupare di tutti, e nella realtà ben sappiamo cosa succede, dunque
nella realtà un artista che sposa una parte della politica fa una
scelta. L’Arte scava nel profondo dell’anima di un uomo.
9)
Pur se con molti problemi e con alcune forti contraddizioni il
sindacato negli anni '70 pareva riuscire a rappresentare in maniera
adeguata i lavoratori oltre che al tavolo delle contrattazioni anche
da un punto di vista culturale. Oggi è sempre così o le cose sono
cambiate?
Anche se
con le migliori intenzioni, ritengo che il sindacato non abbia mai
veramente rappresentato i lavoratori , ma è vero che fino agli anni
settanta, ci è andato molto vicino, e i risultati c’erano, palesi,
visibili, si potrebbe dire che la strada con le lotte ed il sangue
era stata tracciata, e si poteva e doveva continuare. Il capitalismo,
si è dimostrato più forte, più naturalmente subdolo e strategico.
Il sindacato nei suoi vertici, non ha compreso che i lavoratori sono
lo specchio della società, e dunque avrebbe dovuto innalzare una
sorta di barriera anticonsumistica e antidistruttiva di quei valori
che animavano i lavoratori, in parole semplice doveva restare sul
pezzo…Invece la caduta dei valori morali dagli ottanta in poi
appunto ha generato una classe lavorativa ibrida, che si credeva
yuppie ora e disastrata poi…una fusione, una situazione drammatica,
in cui la gente ha preferito il fatuo sogno, ed ecco anche l’ascesa
politica di individui che del e nel capitalismo sono fautori. In
questo periodo i sindacati sono nulli, neutri ed incapaci di
trascinare, al loro posto si sostituiscono o partiti politici o
movimenti, da quello viola a quello di Grillo, ed è un peccato…è
come avere un cacciavite nuovo chiuso in bache ca e non poterlo
utilizzare, si fa con quello che si ha, e ci rimettono i lavoratori.
Sarebbe bello se una movimentazione delle classi dirigenti del
sindacato ci fosse, e partisse dal basso, a tutt’oggi nessun
sindacalista ai vertici fa autocritica, neanche sugli stipendi
stratosferici che prendono rispetto ai lavoratori. Oltretutto il
sindacato si è adagiato nella condizione di ente di servizio…fanno
praticamente solo 730….
10)
Se tu potessi descrivere la nostra società con uno dei grandi
capolavori del passato (quadro o scultura), quale opera
sceglieresti?
Onestamente
non ne ho la più pallida idea, non credo che un’opera del passato
possa descrivere la società odierna, le epoche non si assomigliano,
e se le opere rappresentano un artista, dunque anche un momento
storico del suo vissuto, è veramente difficile fare questo, Ma
comunque un dipinto uno qualsiasi di qualsiasi impressionista,
potrebbe dimostrarci che vedere le cose con occhi diversi, con gli
occhi dell’anima, è una cosa sempre attuale, e io ritengo che in
fondo ogni cosa sia bella da vedere se si fa emergere l’anima.
Intervistato da Nick Belanes.
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