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Blog perverso e polimorfo, abitato da forme di vita aliene e virulente: siamo portatori insani del virus del pensiero diagonale.

mercoledì 27 febbraio 2013

"L'ARTE RENDE LIBERI"






"Un giorno rimasi sensa lavoro e preso dallo sconforto iniziai a disegnare.....". Antonio Saputo, pittore, a voci dalla Piazza ci parla di società, arte e sindacato. Buon divertimento!

 


1) Ciao Antonio, parlaci un po' di te, cosa fai nella vita?
Sono un artista visivo, pittore e scultore e comunque ogni altra cosa mi permetta di esprimermi, vivo di questo.

  1. A chi t'ispiri nella tua arte e come è nata in te la passione per la pittura e la scultura?
Non posso con certezza assoluta dire quando mi sono sentito artista, cioè creatore, ho sempre e da sempre fatto questo, con periodi altalenanti, con momenti più o meno passionali, ricordo che fui molto stimolato in prima elementare con una produzione di robot…Mi sono avvicinato poi all’Arte tradizionale, ai grandi, li ho conosciuti, sono entrato nei loro dipinti e nelle loro mani, tutti gli artisti creatori sono nel mio cuore passati e presenti, e lo saranno quelli futuri, oggi posso affermare che un artista trova ispirazione in tutto, ogni cosa naturale e no è ispirazione. Ma non parlerei di ispirazione, spesso è come voler dire che c’è una forzatura nel creare, una ricerca…Io credo molto nelle visioni, io ho delle visioni.

  1. Un ragazzo uscito magari anche da un accademia e che oggi decide di cimentarsi in questo lavoro, a tuo avviso, è agevolato o ostacolato dai meccanismi che regolano la società in cui viviamo?
    Per quanto riguarda il creare, in effetti siamo così sommersi dalle immagini nel nostro tempo che pare impossibile generare qualcosa di originale, ma credo anche che la nostra mente e anima siano cosi singolari, uniche, che alla fine tutto questo surplus si annienta e si crea semplicemente. Invece la professione di artista se è il caso di definirla tale, è complessa e regolata da un mondo corrotto, l’artista trova la sua dimensione quando è scevro dai meccanismi di premi, concorsi , giudizi di critici e mostre collettive. Certo oggi pare che l’unico modo sia questo, e cosi assistiamo ad una cremazione degli artisti in base a ciò che possono spendere in termini economici o morali per affermarsi e promuoversi. E questo non aiuta né i giovani né i meno giovani .
    4) Se ce ne sono, rispetto ad altri paesi come per esempio l'America o il nord Europa, quali problemi incontra in Italia un'artista che vuole vivere della sua arte?
Ho l’impressione frequentando artisti anche di altre nazioni, che le problematiche siano proprio le stesse di cui parlavo prima un po’ su tutto il pianeta, e aggiungerei un fatto culturale diffuso anche quello nel mondo ma in Italia in modo particolare, non si compra un dipinto perché piace, perché riempie l’anima, ma perché è di un artista famoso, e perché quel dipinto segue una valutazione. Oltretutto si fa sempre fatica a immaginare un lavoro frutto di Arte, e dunque le legislazioni non sono complete, o lo sono troppo, se da un lato si legifera oberando di tasse i già magri guadagni, dall’altro si lasciano lacune di ordine morale, l’Artista visivo non esiste, è contemplato l’artigianato quello si, ma è una cosa diversa.
    5) In un mondo mutevole e sempre variabile come quello di oggi, le peculiarità umane di un'artista (generalizzando il concetto) sono più o meno sollecitate rispetto al passato?
Non credo, la sensibilità di un uomo è rimasta la stessa, l’attenzione alle problematiche dell’anima e verso i grandi valori anche. Magari è certamente cambiato il modo e non si può nascondere l’evoluzione della società, fortunatamente oggi anche se non abbastanza e molta strada c’è ancora da fare, non ci si scandalizza ad osservare un dipinto dove si ritrae per esempio un amore omosessuale.
    6) Quando i critici e la storia fra 300 anni parleranno di un'opera realizzata nel periodo storico in cui attualmente viviamo (anni '80 ad oggi), sarà a tuo avviso pure solo lontanamente paragonabile a uno di quei capolavori che appartengono anche ad un recente passato e che tutti noi conosciamo (Picasso, Murabito, Guttuso, Manzù, ecc...) ?
E’ una domanda incredibile che mi permette di ribadire un concetto importante. L’Arte è creazione e null’altro a mio avviso, una signora ligure che ha un mio dipinto lo lascerà ai figli e loro lo vedranno come un qualcosa di grande unico geniale che riempie l’anima e lo vorranno sempre sotto il loro sguardo per usufruire sempre di quelle emozioni…Poi c’è il mercato, le sponsorizzazioni di cui i pittori menzionati fanno parte…e credo di si, ci saranno nuovi artisti che il mondo del marketing farà geni assoluti e che saranno pari o superiori ai loro predecessori.
    7) Quanto incide la formazione scolastica su un'artista? E' in grado secondo te la scuola di oggi di far crescere e maturare nei ragazzi quei sentimenti che poi quando saranno cresciuti potrebbero far la differenza tra l'essere un'artista o una cosiddetta “persona normale”?
Nessuna scuola formerà mai un artista, il cuore, il pathos, la gioia, il dolore non si insegnano ma si imparano con le esperienze, gli artisti sono esseri che vivono come tutti, ma si strappano il cuore e lo rovesciano su un supporto morendo e rinascendo…apro una parentesi per dire che la tecnica uccide le visioni, un artista dovrebbe liberarsene.
    8) Si dice un po' per luogo comune che la politica è un arte. Ma arte e politica possono andare veramente d'accordo? Perché?
La politica nella sua accezione è un movimento umano nobile, dunque certo che si, che potrebbe fondersi con l’Arte, ma esiste un problema di fondo, la politica è anche fusione di una società tra ricco e povero, essa si deve occupare di tutti, e nella realtà ben sappiamo cosa succede, dunque nella realtà un artista che sposa una parte della politica fa una scelta. L’Arte scava nel profondo dell’anima di un uomo.
    9) Pur se con molti problemi e con alcune forti contraddizioni il sindacato negli anni '70 pareva riuscire a rappresentare in maniera adeguata i lavoratori oltre che al tavolo delle contrattazioni anche da un punto di vista culturale. Oggi è sempre così o le cose sono cambiate?
Anche se con le migliori intenzioni, ritengo che il sindacato non abbia mai veramente rappresentato i lavoratori , ma è vero che fino agli anni settanta, ci è andato molto vicino, e i risultati c’erano, palesi, visibili, si potrebbe dire che la strada con le lotte ed il sangue era stata tracciata, e si poteva e doveva continuare. Il capitalismo, si è dimostrato più forte, più naturalmente subdolo e strategico. Il sindacato nei suoi vertici, non ha compreso che i lavoratori sono lo specchio della società, e dunque avrebbe dovuto innalzare una sorta di barriera anticonsumistica e antidistruttiva di quei valori che animavano i lavoratori, in parole semplice doveva restare sul pezzo…Invece la caduta dei valori morali dagli ottanta in poi appunto ha generato una classe lavorativa ibrida, che si credeva yuppie ora e disastrata poi…una fusione, una situazione drammatica, in cui la gente ha preferito il fatuo sogno, ed ecco anche l’ascesa politica di individui che del e nel capitalismo sono fautori. In questo periodo i sindacati sono nulli, neutri ed incapaci di trascinare, al loro posto si sostituiscono o partiti politici o movimenti, da quello viola a quello di Grillo, ed è un peccato…è come avere un cacciavite nuovo chiuso in bache ca e non poterlo utilizzare, si fa con quello che si ha, e ci rimettono i lavoratori. Sarebbe bello se una movimentazione delle classi dirigenti del sindacato ci fosse, e partisse dal basso, a tutt’oggi nessun sindacalista ai vertici fa autocritica, neanche sugli stipendi stratosferici che prendono rispetto ai lavoratori. Oltretutto il sindacato si è adagiato nella condizione di ente di servizio…fanno praticamente solo 730….
    10) Se tu potessi descrivere la nostra società con uno dei grandi capolavori del passato (quadro o scultura), quale opera sceglieresti?
Onestamente non ne ho la più pallida idea, non credo che un’opera del passato possa descrivere la società odierna, le epoche non si assomigliano, e se le opere rappresentano un artista, dunque anche un momento storico del suo vissuto, è veramente difficile fare questo, Ma comunque un dipinto uno qualsiasi di qualsiasi impressionista, potrebbe dimostrarci che vedere le cose con occhi diversi, con gli occhi dell’anima, è una cosa sempre attuale, e io ritengo che in fondo ogni cosa sia bella da vedere se si fa emergere l’anima.
Intervistato da Nick Belanes.



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