Antonio,storia di una lotta e di un atto di amore verso il Teatro.
1) La situazione dei siti culturali in Italia è drammatica,da tempo i vari governi e le amministrazioni locali tentano di ridurre i fondi destinati al mantenimento e al potenziamento degli enti musicali,teatrali ecc. In questa ottica rientrano anche i licenziamenti,riduzione delle spese,tagli vari,come nel caso del Comunale di Firenze,della cui odissea si sono lungamente interessati i quotidiani negli ultimi mesi. In questo caso c’è anche un “valore aggiunto” che è quello dei licenziamenti “mirati”, rivolti cioè verso quei lavoratori dello spettacolo che più si erano distinti negli ultimi anni nella lotta per tutelare i diritti della loro categoria. Fra questi anche Antonio,che ha gentilmente risposto a qualche domanda,alla fine di un percorso che lo ha portato,insieme ad altri 7,attraverso una lotta dura e creativa,dall’incubo del licenziamento alla felicità del reintegro.alla soddisfazione di avere ottenuto una vittoria dai più ritenuta impossibile,anche perché ottenuta contro poteri particolarmente forti..
Mi chiamo Antonio Tal Dei Tali e lavoro ai mercati generali..... no scherzavo, questa battuta la possono capire solo i quasi sessantenni come me (era una canzone di un gruppo del secolo scorso) forse ha ragione Renzi che voleva rottamarmi. Ricominciamo. Mi chiamo Antonio Carrara e lavoro al teatro del Maggio Musicale Fiorentino da tanti anni che quasi non mi ricordo più quanti, faccio il tecnico d’orchestra, un lavoro forse non prezioso per la Comunità ma nella nostra piccola comunità, essenziale. Il 31 dicembre 2012 sono stato licenziato insieme ad altri 7 compagni in quanto troppo troppo vecchio,un mese dopo, il 31 gennaio 2013 il
licenziamento è stato ritirato, e non perchè il sindaco/presidente del teatro è
buono, ma per l’azione di lotta che abbiamo intrapreso con l’aiuto essenziale
della Camera del lavoro, i media e la nostra ostinazione
Faccio sindacato in maniera
attiva da svariati anni, ma era la prima volta che dovevo misurarmi con dei
licenziamenti e fra i licenziati c’ero non soltanto io ma anche la mia
compagna. Come coppia di fatto hanno potuto licenziarci tutte e due. Se fossimo
stati una coppia “legittima” non sarebbe stato possibile. Cosa dire è stato un
mese di riunioni, di studio di strategie, di azioni il tutto condito con il
rumore sordo dentro la testa che faceva la rabbia, la rabbia di chi è convinto
profondamente di aver subito un’ingiustizia e di voler uscire da quell’incubo
limaccioso dove Renzi ci aveva spedito. Noi siamo stati quelli che hanno detto
di no agli esodi volontari e per questo siamo stati puniti con la massima pena.
Fuso, il segretario provinciale della camera del lavoro ha definito il
licenziamento come una condanna a morte ed è così che ci sentivamo con
l’aggiunta che eravamo innocenti, rimasti intrappolati da una lista di
proscrizione che ad un attento esame è risultata falsa e incompleta, non a caso
6 degli 8 licenziati appartenevamo alla CGIL e tre erano dirigenti sindacali.
3) Durante la campagna elettorale per le primarie del centrosinistra il sindaco di Firenze,vostro datore di lavoro,ha utilizzato il famoso Camper con la scritta "ADESSO",voi avete avuto l'idea di girare per le vie di Firenze con un camper su cui avete esposto una scritta ironica. Come è nata l'idea,ha avuto successo?
L’idea di girare con un
camper identico a quello di Renzi con una scritta che ricordasse la sua
campagna elettorale, come tutte le altre idee attuate o no, è venuta dal
confronto giornaliero che avevamo fra di noi nella saletta delle RSA
all’interno del teatro. Il filo rosso delle nostre iniziative è stato sempre lo
stesso, da una parte coinvolgere le istituzioni, provincia, regione, comune attraverso
le commissioni cultura e nel caso di provincia e regione dai rispettivi
presidenti che abbiamo trovato attenti e dalla nostra parte, dall’altra da
azioni non violente ma appetibili dai media. Il camper con la scritta VI
LICENZIO ADESSO rispondeva pienamente a questa idea, ed è proprio con questa
iniziativa che abbiamo bucato l’informazione regionale e siamo passati a quella
nazionale. La risposta dei fiorentini è stata eccezionale, la gente ci fermava
per la strada per mostrarci il suo affetto e incoraggiarci a continuare. E’ in
questo momento, credo, che il sindaco/presidente ha avuto il sentore di aver
fatto una “bischerata” a licenziarci e che la ricaduta elettorale in termini di
voti poteva essere pesante, da li si è riaperto il tavolo della trattativa. Da
dopo il camper ha dovuto fronteggiare una fronda agguerrita di bersaniani che
in un caldissimo consiglio comunale avrebbero votato contro di lui, il
sindaco/presidente ha dovuto far uscire i suoi per far mancare il numero
legale, insomma la guerra si stava allargando ed anche da Roma arrivavano
domande sul suo operato. Intanto alla camera del lavoro di Firenze, per
l’incontro programmatico annuale con le istituzioni, per la prima volta il
sindaco non era stato invitato. Insomma lo stavamo mediaticamente e
politicamente accerchiando. Ultima ciliegina il caloroso e fuori dai rigidi
protocolli, l’incontro con il cardinale Betori. più di così cinque persone non
potevano fare.
4) Qual è stato l'atteggiamento delle forze politiche e dei sindacati?
La nostra lotta per il
ritiro dei licenziamenti è durata un mese all’interno del quale si possono
delineare due periodi, il primo quello delle azioni contro il sopruso che
avevamo subito è stato condotto essenzialmente da noi licenziati a cui ha fatto
seguito un periodo più politico dove le istituzioni si sono fatte sentire. I
nostri alleati migliori sono stati in primis e soprattutto la CGIL nella figura
di Mauro Fuso persona veramente speciale che ci ha appoggiato nella prima fase
e poi ha condotto una trattativa serrata con il sindaco e non si arreso sino
alle 20.30 del 31 gennaio quando è stato firmato l’accordo,solo tre ore e mezzo
prima dello scadere dei termini. Un ringraziamento anche alla CISL capace
compagna di lotta. Le forze politiche? Tutte soprattutto SEL e PD, la parte
bersaniana ovviamente. Il presidente della provincia di Firenze Barducci, il
governatore della Toscana Rossi, Il ministro della cultura e spettacolo che ci
ha dato un bel aiuto commissariando il teatro e cacciando con ignominia “per gravi
irregolarità gestionali” la sovrintendente Francesca Colombo, il cardinale
Betori che ci ha messo a disposizione il suo “assessore al lavoro” Don Momigli,
e infine ma non ultimi tutti i fotoreporter, giornalisti della carta stampata e
della tv che ci hanno seguito da vicino permettendo la riuscita positiva della
questione. Insomma Renzi era accerchiato e diciamolo stava facendo una bella
figura di merda.
5) Pensi che ci sia un futuro in Italia per i teatri e per la cultura popolare?
Penso di sì. Vent’anni
di Berlusconismo, tv spazzatura, nani puttane e saltimbanchi, non sono riusciti
a uccidere ancora i Teatri, sono si agonizzanti ma ancora vivi, certo il teatro
ha bisogno di finanziamenti pubblici perchè con solo i biglietti non si pagherebbero nemmeno i
cantanti, i soldi del FUS (fondo unico dello spettacolo) sono insufficienti
senza l’apporto di soldi freschi dai privati (detassando chi investe nel
settore) si andrà da poche parti. Non è vero che i teatri lirico sinfonici sono
soltanto dei buchi mangiasoldi. Il giro di affari che che si muove attorno agli
spettacoli live è enorme e non bisogna
guardare soltanto il costo vivo per mettere in scena questa o quell’opera, ma
tutto nel suo insieme.Comunque questo discorso è lungo e complesso e richiederebbe
pagine e pagine, soltanto per parlare del cambiamento delle scenografie negli
ultimi anni, di come la tecnologia del virtuale è entrata prepotentemente sulla
scene, ma questo è un altro discorso, io personalmente continuo a preferire le scene
costruite con legno, telette e fondali dipinti e quì si ritorna all’inizio
della conversazione, forse aveva ragione Renzi, sono vecchio.
Intervistato da Gek Labolina
Piaciuto !!!
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