Ciao
Reza, per chi non ti conosce, puoi dirci chi sei e di cosa ti occupi
nella vita?
Sono
lo Scultore Reza Olia, cittadino italiano di origine iraniana. Da
oltre cinquant’anni vivo in Italia. Mi sono diplomato
all’Accademia di Belle Arti di Roma in scultura e pittura.
Politicamente sono impegnato per l’affermazione della libertà e
della democrazia nel mio Paese di origine.
Considerata
la società in cui viviamo e tenuto conto delle nuove tecnologie che
questa mette a disposizione, secondo te, un'artista che della sua
arte vuol farne il proprio mestiere, oggi è più o meno agevolato
rispetto al passato?
Sì,
oggi la società è più aperta ed evoluta, nonché istruita. Il
rapporto delle persone con la tecnologia (es. internet) è molto
stretto e ciò permette una più agevole ed immediata diffusione
delle idee e dei propri lavori. D’altro canto, però, non nascondo
che nel passato la sensibilità culturale ed artistica in tutti i
campi dell’arte forse era più accentuata di oggi. Oggigiorno le
idee viaggiano velocemente ed altrettanto velocemente spariscono e
ciò mette in evidenza la superficialità di molte idee o proposte
artistiche, dato che c’è sempre meno spazio per l’approfondimento
culturale ed artistico.
Da
Renato Guttuso a Giacomo Manzù ad Alberto Moravia nel corso della
tua lunga carriera hai collaborato con moltissimi artisti che nel
corso degli anni sono divenuti dei veri e propri monumenti della
cultura italiana (e non solo). Vista la tua vasta esperienza,
l'Italia è ancora il posto adatto per un ragazzo appena uscito
dall'accademia e che vuole iniziare a muovere i primi passi nel
mondo dell'arte? Oppure deve emigrare?
In
effetti, data la mia lunga permanenza in Italia, mi ritengo
fortunato ad aver frequentato i grandi maestri dell’arte italiana,
quali Renato Guttuso e Giacomo Manzù, Alberto Moravia e Pier Paolo
Pasolini. Le opere ed il pensiero di questi grandi maestri, che
hanno dato un fondamentale contributo per la crescita culturale
italiana dopo il fascismo, sono ancora oggi attuali. A mio avviso,
tuttavia, per un giovane artista è difficile poter affermarsi in
Italia, in quanto la società italiana mi pare diventata
superficiale, senza più una forte sensibilità culturale come un
tempo. Non credo che in altri Paesi europei la situazione sia
migliore, in quanto in molti di questi Paesi la tensione culturale è
di gran lunga inferiore rispetto a quella italiana.
In
generale, chi oggi acquista un dipinto o una scultura lo fa per
riempirsi l'anima o per fare un piccolo o grosso investimento?
Chi
oggi acquista un’opera da una galleria d’arte o direttamente da
un artista dimostra sicuramente passione per l’arte. Chi, invece,
acquista un’opera, anche importante, presso un’asta a Londra o
New York, probabilmente, lo fa per realizzare un investimento.
Nelle
tue opere è sempre ben presente il martirio di un popolo: quello
iraniano. Per chi non avesse letto il tuo libro e non sapesse molto
degli accadimenti avvenuti ai figli dell'Iran, puoi spiegare in
poche parole chi erano e chi sono Reza Pahlavi, Ruhollah Khomeini,
Mahmud Ahmadinejad?
Mi
ritengo un artista “impegnato”, così come lo era Guttuso.
Attraverso la mia arte intendo denunciare gli orrori che i regimi
dittatoriali, prima quello dello Scià e poi quello degli ayatollah,
hanno compiuto e compiono ancora nei confronti del mio popolo.
Costoro sono solo criminali efferati di “turno”, che godono
della protezione occidentale in cambio di petrolio ed armi di ogni
genere.
Ormai
da molti anni sei un membro di spicco del C.N.R.I (Comitato,
Nazionale, di Resistenza, Iraniana) e sei costretto a vivere sotto
scorta da parte dei Carabinieri. Per chi non lo sapesse, puoi
spiegare cos'è e quali sono gli intenti di questo organismo
politico?
Da
moltissimi anni sono membro del Consiglio Nazionale della Resistenza
Iraniana, il quale rappresenta l’unica vera alternativa
democratica al regime sanguinario degli ayatollah. Al Consiglio vi
partecipano, tra gli altri, anche i Mujahedin del Popolo Iraniano,
religiosi laici progressisti e democratici che nulla hanno a che
vedere con il fondamentalismo islamico. Vi aderiscono, inoltre,
anche altre organizzazioni democratiche, marxiste e molti
indipendenti. Per la mia posizione personale ricevo continuamente
minacce dal regime di Teheran che mi costringono a vivere
continuamente sotto scorta.
Recentemente
è scomparsa un'icona della sinistra marxista mondiale come Hugo
Chavez. Leggendo il tuo primo libro (il bronzo e l'esilio) ho
appreso di come l'ormai ex Partito Comunista Italiano e il Tudeh (il
partito comunista iraniano) a loro tempo avessero -eufemisticamente
parlando- visto di buon occhio e sostenuto l'ascesa al potere del
sanguinario ayatollah Ruhollah Khomeini. Cosa prova un uomo di Sinistra
figlio dell'Iran quando accende la televisione e vede le immagini
del tanto compianto presidente venezuelano che stringe in maniera
molto amichevole le mani al dittatore Mahmud Ahmadinejad? Come mai,
secondo il tuo punto di vista, la Sinistra cade sempre in queste
assurde contraddizioni?
Non
ho mai amato capipopolo come Chavez o altri come lui e non sono
d’accordo con la linea politica del Tudeh. Essi son ben lontani
dalle linee politiche a cui a suo tempo si rifacevano i partiti
comunisti occidentali. Se i capi del regime iraniano hanno avuto un
buon rapporto personale ed affaristico con Chavez, ciò è la
conferma che personaggi come lo stesso Chavez non hanno nessun
rispetto per i diritti umani più elementari, a prescindere da ogni
eventuale area politica di appartenenza.
Sei
stato un grande amico di Luciano Lama: la CgiL di Lama, messa in
relazione coi lavoratori, in cosa è diversa dalla CgiL di Susanna
Camusso?
Sì,
avevo un ottimo rapporto con Luciano Lama, che stimavo come
sindacalista e come persona. Lama ha sicuramente difeso i diritti
dei lavoratori con fermezza, pur nel rispetto reciproco con le
esigenze degli industriali attenti alle tematiche sociali. Oggi sono
tempi diversi ed è difficile paragonare la Cgil di oggi con quella
di ieri, così come il mondo del lavoro e le sue esigenze sono assai
diverse da quelle di un tempo.
Visto
che lo hai conosciuto personalmente, quanto manca all'attuale
sinistra italiana una figura come Enrico Berlinguer? Perché?
È
difficile rispondere anche a questa domanda; la sinistra di oggi è
diversa dal Partito Comunista di un tempo. Ritengo, però, che la
linea dell’”onestà” e dei valori di riferimento incarnati da
Berlinguer, a mio modesto avviso, si ritrovino oggigiorno
all’interno del PD, con tutti i problemi che ciò può comportare
in una fase politica difficile come quella che viviamo attualmente.
Sempre
leggendo il tuo primo libro, m'è venuto spontaneo farmi una
domanda: cosa si prova a trovarsi seduti tra Michail Gorbaciov e
Yasser Arafat?
Beh,
se si riferisce alla foto relativa al funerale di Berlinguer, posso
dire di essermi ritrovato casualmente a sedere accanto a loro.
Il
berlusconismo può a tuo avviso essere considerato una sorta di
regime totalitario?
No,
Berlusconi ed i suoi governi, pur con tutte le critiche legittime
possibili, non ha mai rappresentato assolutamente un pericolo per la
libertà individuale dei cittadini italiani ed è assurdo
paragonarlo a regimi totalitari come quello degli ayatollah
iraniani.
intervistato da Nick Belanes.
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